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Pinne

 

vecchie pinne in gomma
vecchie pinne in gomma

Le pinne possono essere divise in tre categorie principali: uso universale e snorkeling, immersione con autorespiratore, apnea profonda. L'evoluzione generale di tutti i modelli, dagli anni '50 a oggi, è stata quella di allungare la pala, che ora risulta più lunga di quasi 15 centimetri. La grande novità dell'ultimo decennio è stata invece l'introduzione dei materiali termoplastici e il progressivo abbandono della gomma naturale.

Costruire le pinne in gomma era un'arte lunga e complessa, che richiedeva da parte delle aziende la creazione di una serie di mescole con caratteristiche di durezza ed elasticità diverse, che andavano poi inserite negli stampi secondo quantità ben precise.

Ora le pinne, salvo pochissime eccezioni, vengono fabbricate in materiali termoplastici, in tempi molto brevi. Ogni pinna viene stampata in due fasi successive: prima la pala, in materiale più rigido, poi la scarpetta e le costolature in materiale sempre sintetico, ma più morbido e confortevole.

Dal punto di vista delle prestazioni, gli attuali materiali consentono una maggiore elasticità della pinna, mantengono le caratteristiche a lungo inalterate nel tempo e sono soprattutto più leggere, ma sono meno resistenti ai graffi rispetto alla gomma. Per rimediare a questo inconveniente, i modelli più moderni hanno delle sovrastampate di materiale più morbido e gommoso in corrispondenza delle nervature di rinforzo e dei punti più esposti.

L'introduzione dei nuovi materiali termoplastici ha permesso anche differenti colorazioni, dato che il colore viene aggiunto al materiale base poco prima dell'iniezione nello stampo e non va amalgamato alla materia prima, come con la gomma.

 

moderne pinne a cinghiolo
moderne pinne a cinghiolo

In questi anni l'attenzione si è concentrata su quelle a cinghiolo che non hanno più niente in comune con i vecchi modelli. Quelle attuali sono, infatti, progettate per l'utilizzo dei calzari a suola rigida e hanno scarpette con una conformazione tale da bloccare il piede e farne un tutt'uno con la pinna. Ciò consente l'utilizzo, durante la pinneggiata, di tutta la muscolatura della gamba e non solo dei muscoli del piede e del polpaccio come accadeva con i vecchi modelli.

Le fibbie del cinghiolo sono a regolazione rapida, permettono il basculaggio in senso verticale e si sganciano per agevolare la calzata. Ogni costruttore studia, poi, soluzioni particolari atti a limitare la zona negativa, che corrisponde a tutta la parte inferiore compresa fra il calcagno e metà circa della pala. Uno degli accorgimenti più usati è quello di praticare delle aperture in questa zona, che permettano all'acqua di sfuggire durante la falcata negativa, o di inserire vere e proprie alette e paratie mobili.

Alcune ditte costruiscono la pala con materiali che consentono la deformazione a cucchiaio della stessa, per accentuarne l'inclinazione durante la falcata positiva e ridurre la zona negativa durante la falcata corrispondente. Importante è anche la risposta elastica della pala che dipende sia dal materiale impiegato, sia da quello dei longheroni laterali di rinforzo. Al termine di ogni falcata questa parte della pinna deve, infatti, tornare istantaneamente nella posizione di riposo e piegarsi un attimo dopo in quella opposta.

Regine incontrastate in questo caso sono le pinne lunghe da apnea, per le quali si utilizzano materiali speciali come le fibre di carbonio, ma che purtroppo hanno il difetto di essere piuttosto fragili.

 

Consigli per l'acquisto

Qual è la pinna giusta? È quella che si adatta al modo di pinneggiare di ogni singolo subacqueo e che gli consente di godersi l'immersione senza stancarsi troppo, permettendogli comunque di trarsi d'impaccio in caso di necessità. Vanno assolutamente provate prima dell'acquisto, poiché non sempre le taglie corrispondono a quelle delle calzature terrestri.

I modelli col cinghiolo vanno indossati con calzari a suola rigida; quelli a scarpetta chiusa, invece, con sottili calze di cotone, che riducono l'attrito fra gomma e piede, oppure con calzari in neoprene da 3 mm, che hanno il duplice vantaggio di proteggere dal freddo e di evitare il contatto della tenera pelle delle dita e del calcagno con le parti in gomma o in plastica.

Si ricordi infine che le pinne a cinghiolo sono comodissime con le bombole, ma necessitano di calzari robusti, che se usati in apnea, tendono a far galleggiare i piedi. E' meglio indirizzarsi, quindi, verso i modelli a scarpetta chiusa se lo snorkeling e l'apnea sono le vostre attività prevalenti.