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Coltello

 

Storia

Alle origini i coltelli, con l'impugnatura in sughero o in plastica, se sfuggivano di mano, scappavano come razzi verso la superficie. Si comprese poi che per chi se ne stava sul fondo, come per l'appunto un sub, ogni attrezzo doveva essere negativo per poterlo usare, appoggiare e ritrovare in caso di smarrimento.

Poi tutti i coltelli diventarono enormi, vere daghe adatte a squartare squali, ma così pesanti da creare problemi alla gamba cui erano fissati. Per reazione si passò a coltelli piccolissimi, dal peso ridicolo ma belli taglienti.

Oggi i coltelli sono quasi oggetto di culto: non solo utili, ma anche colorati ed esteticamente ricercati, un oggetto da collezione.

 

Oggi

coltello con fodero a scatto
coltello con fodero a scatto

Il mercato è ricco di proposte. Dai mini coltelli utili solo per recidere, ai medi tuttofare, ai coltelloni stile retrò, ma con una nuova estetica accattivante. Né mancano versioni da lavoro, che abbinano alla classica lama a filo liscio e seghettato un cacciavite, un apribottiglie, uno smanigliatore per aprire grilli e alcune chiavi per svitare le fruste dell'erogatore e che possono all'occorrenza servire anche come scalpelli, leve, martelli. Mentre una volta il coltello veniva classicamente portato al polpaccio, oggi si preferiscono generalmenti modelli più piccoli che è possibile fissare con il fodero al corrugato del gav, più a portata di mano.

 

Ovviamente la scelta è dettata non solo dai gusti personali, ma anche dalla destinazione finale dell'attrezzo. Per la pesca si scelgono piccoli stiletti dalla lama molto stretta. Per la subacquea in generale si preferiscono modelli un po' più grandi, con la lama più larga, lunga in genere una decina di centimetri e spessa almeno 4 o 5 mm. Per il lavoro infine si scelgono modelli speciali, più robusti e dotati di accessori.

La funzione fondamentale di un coltello è, come abbiamo visto, quella di recidere con facilità, sagole, lenze o reti. Purtroppo non è ancora passata la moda di quelle pericolose intaccature chiamate "tagliasagola", che servono più che altro a tagliare le dita, mentre per recidere una lenza o cima si deve usare il lato seghettato della lama. Il lato a filo dritto serve meno allo scopo, perché il nailon scivola lungo la lama.

La punta può servire, infine, più che altro come utensile da lavoro, per sostituire un o-ring o in mille altre occasioni. L'impugnatura, realizzata in gomma o in plastica ha in genere forma anatomica e monta a volte un'elsa paradita.

Il fodero riveste un'importanza notevole nella scelta. Un tempo era una guaina in gomma o plastica nera, con un elastico sagomato che ne bloccava l'impugnatura. Oggi i foderi sono per lo più in materiale plastico rigido, con un sistema di trattenuta del coltello a slitta o pulsante, che permette un'estrazione più veloce, ma anche, in alcuni casi, una perdita altrettanto veloce in caso di urto.

Per la lama, si impiegano acciai inossidabili speciali, con un certo contenuto di carbonio. I migliori inossidabili non permettono però una buona affilatura, per cui si scelgono acciai meno inossidabili, che permettono alla lama di tagliare bene. Non preoccupatevi, quindi, se la lama arrugginisce in fretta, è il prezzo che si paga per avere un coltello che tagli veramente.

 

Consigli per l'acquisto

Scegliete un coltello di dimensioni medie, con un fodero che permetta uno sgancio rapido ma non la perdita del coltello al minimo urto. La lama deve avere un lato seghettato, salvo in alcuni modelli specifici da pesca, e il filo deve essere eccellente. Per il problema ruggine, il sistema migliore è di ricoprire la lama con un sottile strato di grasso al silicone, ricordandosi di sciacquarlo in acqua dolce dopo l'uso e di non farlo asciugare dentro al fodero.